CASO GREGORETTI VERSO L’ARCHIVIAZIONE PER SALVINI

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Nuova trasferta catanese per Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e abuso di ufficio nell’ambito del procedimento sul caso Gregoretti. Il leader della Lega è giunto nel capoluogo etneo nelle scorse ore ed è presente in aula. Qui, intorno alle 10, è iniziata la nuova udienza. A prendere la parola è stato il pubblico ministero Andrea Bonomo, il quale ha ribadito la posizione della procura volta a non chiedere il rinvio a giudizio per l’ex titolare del Viminale: “Oggi l’allora ministro dell’Interno è imputato di aver violato delle convenzioni internazionali e di aver agito illecitamente – si legge nelle dichiarazioni del magistrato – tanto da costituire il delitto di sequestro di persona”. “Ma oggi – ha proseguito il Pm – il giudizio non è sull’opportunità di quell’atto, non dobbiamo valutare se avere protratto o allungato la permanenza dei migranti è moralmente accettabile perché in questa sede il giudizio non è politico”. Dunque, secondo la procura etnea, quanto contestato a Salvini non rientrerebbe in un contesto penale bensì soltanto nell’ambito politico. Da qui la scelta di non chiedere il proseguimento del procedimento per il leader della Lega.Chiesta l’archiviazione

Il caso Gregoretti scaturisce dal divieto di sbarco imposto da Matteo Salvini, in qualità di ministro dell’Interno, all’omonima nave della Guardia Costiera con a bordo alcuni migranti soccorsi giorni prima nel Mediterraneo. Il fatto è risalente al mese di luglio del 2019. La difesa dell’ex titolare del Viminale ha sempre sottolineato due elementi in particolare: in primis che lo stop allo sbarco non ha causato danni ai migranti a bordo della Gregoretti e, in secondo luogo, che la sua scelta ha una natura politica ravvisabile nel tentativo di convincere l’Europa ad attuare un ricollocamento delle persone salvate.

C’è poi un altro passaggio importante nelle dichiarazioni del pm Andrea Bonomo ed ha a che fare con il coinvolgimento dell’intero governo Conte I, l’esecutivo cioè in cui Salvini era ministro dell’Interno: “Tutto il governo condivideva l’idea che si dovesse ottenere dall’Europa un mecccanismo diverso, perché chi arriva in Italia arriva in Europa”. Secondo quindi la procura etnea, la linea di Salvini ha avuto meramente natura politica ed è stata, soprattutto, condivisa dal governo.

“Sicuramente era un principio condiviso da tutto il governo – ha infatti proseguito Bonomo – C’era condivisione politica, ed è continuato anche dopo l’uscita di Salvini dal governo come dimostra l’accordo di Malta. È da considerare un pos provvisorio anche una nave, se vengono garantite le condizioni di sicurezza ai migranti salvati”. Alla fine del suo discorso, il Pm ha dichiarato a chiare lettere di chiedere per Salvini il “non luogo a procedere” in quanto il fatto non sussiste.

Il caso Gregoretti

Tutto è iniziato nel luglio del 2019: il contesto era quello dell’estate del duello tra il governo Conte I, formato da Lega e Movimento 5 Stelle, e le Ong sul fronte immigrazione. Non appena la nave Gregoretti ha fatto il suo ingresso nel porto di Augusta, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha vietato lo sbarco dei migranti a bordo. Lo stallo per la verità è durato poco: dopo il No all’approdo del 26 luglio, la situazione al 31 luglio era già sbloccata, a seguito degli accordi di ricollocazione dei 116 migranti a bordo.

Tuttavia già il 30 luglio la procura di Siracusaha aperto un fascicolo con l’accusa di sequestro di persona e abuso di ufficio per Matteo Salvini. Un’indagine molto simile a quella avviata nell’estate del 2018 sul caso Diciotti. Se però su quest’ultima vicenda il Senato, deputato a rilasciare il via libera al procedimento sull’ex ministro dell’Interno, si è espresso contro la trasmissione delle carte al tribunale dei ministri di Catania, il 12 febbraio 2020 invece l’aula di Palazzo Madama ha dato disco verde al procedimento. 

Questo nonostante la procura di Catania avesse già chiesto l’archiviazione per lo stesso Salvini. La prima udienza preliminare si è tenuta lo scorso ottobre e anche in quel caso i magistrati etnei avevano espresso la convinzione del non luogo a procedere. Il Gip di Catania, Nunzio Sarpietro, nel corso delle udienze ha anche sentito l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, così come i più importanti esponenti dell’esecutivo gialloverde, oltre che all’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Il resto è storia delle ultime ore.

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