Dice lesbica alla collega, per la Cassazione è da licenziare subito

.

E’ “innegabile il portato della evoluzione della società negli ultimi decenni la acquisizione della consapevolezza del rispetto che merita qualunque scelta di orientamento sessuale” e del fatto che essa “attiene ad una sfera intima e assolutamente riservata della persona” pertanto “l’intrusione in tale sfera” con “modalità di scherno”, – dicendo a una collega “come sei incinta tu? non sei lesbica?” – in ambiente di lavoro e alla presenza di utenti, non può essere considerata solo “una condotta inurbana” ma è una vera “discriminazione” da sanzionare con il licenziamento in tronco. Lo sottolinea la Cassazione.

Così la Suprema Corte – verdetto 7029 della Sezione lavoro – ha accolto il ricorso della Tper spa, società emiliana di trasporto pubblico, che voleva licenziare in tronco, per “giusta causa” e senza alcun diritto ad indennità, uno degli autisti suoi dipendenti che alla fermata dei pullman aveva rivolto a una collega, che da poco aveva partorito due gemelli, la frase “ma perchè sei uscita incinta pure tu? ma perchè non sei lesbica tu?'”, e con fare “irrisorio” aveva aggiunto “e come sei uscita incinta?'”.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: