Barbie vietato in Libano e Kuwait: “Promuove l’omosessualità ed attenta alla pubblica morale”

Barbie, fenomeno cinematografico dell’estate, è stato vietato in Libano e in Kuwait. Scopriamo quindi nel dettaglio le motivazioni dietro questa scelta

Barbie – fenomeno cinematografico dell’estate – continua a macinare record al botteghino ed ha superato il miliardo di dollari al box office mondiale. La corsa del film di Greta Gerwig è però frenata da alcune censure e divieti, causati da alcune tematiche. Dopo essere stato vietato in Vietnam a causa di una “controversa” cartina geografica riprodotta in una scena – nelle Filippine l’immagine è invece stata oscurata -, Barbie è infatti stato vietato anche in Libano e Kuwait, a causa del suo “attentato” alla morale e alla promozione dell’omosessualità.

Il 9 agosto il ministro della Cultura libaneseMohammad Mourtada ha quindi chiesto di vietare nel suo Paese la programmazione di Barbie, previsto per il 31 agosto – in Italia il lungometraggio è ormai nelle sale dal 20 luglio e in quelle americane dal giorno successivo. Nel suo intervento, Mourtada ha quindi elencato nel dettaglio le motivazioni dietro la sua richiesta:

Barbie promuove l’omosessualità e il cambio di genere, sostiene il rifiuto della paternità, mina e ridicolizza il ruolo della madre e mette in discussione la necessità del matrimonio e della genitorialità.

Come accennato ad inizio articolo, Barbie è stato però vietato anche in Kuwait. Ad annunciare la decisione è stato, in questo caso, Lafi Subaïei, presidente del Comitato di censura cinematografica, collegato al Ministero dei media, che si occupa di “vietare tutto ciò che mina la morale pubblica, l’ordine pubblico e le tradizioni, introducendo idee straniere nella società”. Come precisato dallo stesso Subaïei, il divieto è stato ufficializzato dopo la richiesta da parte delle autorità di “rimuovere certe scene oscene, che incoraggiano comportamenti inaccettabili” – i passaggi in questione non sono stati però specificati. Insieme a Barbie, è stato poi vietato in Kuwait anche Talk to Me – horror A24 campione d’incassi – a causa della presenza nel cast di Zoe Terakes, un attore transgender che si identifica come non binario, sebbene il lungometraggio non contenga alcun riferimento all’omosessualità. Nonostante censure e divieti – in Italia, Talk to Me sarà disponibile dal 28 settembre ed è già stato ordinato un sequel. Nonostante censure e divieti, Barbie continua quindi la sua corsa al botteghino, destinato già a diventare uno dei più grandi successi degli ultimi decenni – e non solo.

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