Donna uccisa a Rovereto: possibile il tentativo di rapina

Potrebbe esservi stato un tentativo di rapina, e non di violenza sessuale, all’origine dell’uccisione di Iris Setti, la 61enne aggredita a Rovereto la sera del 5 agosto scorso.
Il fatto che la donna durante l’aggressione avesse i pantaloni abbassati, come segnalato da alcuni testimoni, potrebbe essere dovuto alla colluttazione, mentre la biancheria intima è risultata in ordine. Al momento, tuttavia, gli inquirenti non hanno abbastanza elementi per ricostruire il movente del delitto. Lo apprende l’ANSA. La donna, funzionaria di banca in pensione da un paio di anni, è stata picchiata brutalmente nel parco Nikolajewka intorno alle 22 di sabato, morendo poco dopo il trasferimento in ospedale per le ferite riportate. L’aggressore è Nweke Chukwuda, un 37enne senza fissa dimora di origine nigeriana noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti, la maggior parte per reati violenti. A suo carico vi era una misura cautelare di obbligo di firma, che risulta rispettata. Nel luogo in cui è stato fermato, a breve distanza da dove si è consumato il delitto, è stato trovato un anello di proprietà della vittima. Attualmente l’uomo si trova nel carcere di Trento, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.
Nell’agosto dello scorso l’uomo si era reso responsabile di danneggiamenti in via Benacense, non lontano dal parco in cui ha assalito e picchiato Iris Setti. Il 40enne aveva minacciato alcune persone con una bottiglia rotta e poi aveva aggredito un ciclista di passaggio e si era scagliato contro i carabinieri intervenuti, saltando sul tettuccio dell’auto di servizio e cercando di colpire i militari che cercavano di fermarlo. Poi aveva tentato la fuga saltando sul cofano ed il tettuccio di un altro veicolo in transito. L’uomo aveva ricevuto una misura cautelare con obbligo di firma dai carabinieri di Rovereto, dove si presentava ogni giorno.