ECONOMIA: NO-PROFIT AL GOVERNO

Un appello per rendere finalmente operativo il contributo alla ricerca biomedica sostenuta dagli enti non-profit. Ora sono trascorsi i sessanta giorni previsti dal decreto Sostegni bis (precisamente, il 25 settembre) è ufficialmente in ritardo il decreto attuativo per la riduzione degli oneri fiscali per acquisti finalizzati alla ricerca scientifica degli enti del terzo settore.

Il testo approvato il 23 luglio ha riconosciuto in via sperimentale, solo per l’anno 2021, un contributo nella misura del 17 per cento delle spese sostenute da Enti di ricerca privati senza finalità di lucro per l’acquisto di reagenti e apparecchiature destinate alla ricerca scientifica. Perché il contributo sia attuato serve però l’autorizzazione della Commissione europea in materia di aiuti di Stato e quindi un decreto del Ministero della Salute.

Passaggi che, hanno denunciato le associazioni promotrici dell’iniziativa – Fondazione Airc, Aism e Fondazione Telethon – ancora mancano. “Dopo aver ottenuto un’importante risposta con il DL Sostegni-bis, i tre Enti chiedono che questo percorso si concretizzi in tempi rapidi con un decreto attuativo e possa auspicabilmente essere confermato in forma stabile per gli anni a venire, dando così un concreto supporto alla missione di tutti gli enti che si occupano di ricerca biomedica senza scopo di lucro e dell’intero sistema italiano della ricerca”, il messaggio lanciato in un’iniziativa che si è tenuta settimana scorsa alla Camera, con l’onorevole Russo che ha firmato l’emendamento che ha previsto il credito di imposta per la ricerca biomedica.

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