ECONOMIA: STARACE

L’Europa avrebbe dovuto agire in modo molto più aggressivo per ridurre i suoi problemi di dipendenza dal gas russo, già molto tempo fa. E’ quanto ha detto il numero uno dell’Enel, Francesco Starace, in un colloquio con il Financial Times che cade proprio nelle ore durissime dell’emergere di gravi atrocità sul fronte della guerra in Ucraina, che impegnano i leader europei a fare un passo avanti nelle sanzioni verso Mosca. Inevitabile che il pensiero corra proprio al gas e a quel filo diretto che lega il Vecchio continente con il Cremlino, che vale qualcosa come 400 milioni di euro al giorno.

Secondo Starace, che si è insediato alla guida dell’Enel proprio nel 2014 segnato dall’esplosione del caso-Crimea, le nazioni europee avrebbero dovuto iniziare a preoccuparsi della dipendenza da terze parti per il gas già molti anni fa. Nel suo colloquio precisa che non vuole demonizzare la Russia, ma rimarcare un problema che è grave anche in relazione ad altri Paesi. “Oggi è la volta della Russia, ma non ci dimentichiamo cosa accadde con la Libia dieci anni fa”, dice il ceo di una delle maggiori utility al mondo, con i suoi 62 miliardi di euro di capitalizzazione e un ruolo-guida a livello globale per la produzione da energie rinnovabili, tanto che ha in programma di abbandonare entro il 2040 le fonti fossili per la sua produzione elettrica.

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