MILANO IVORIANO INFASTIDISCE UNA BIMBA POI FERISCE LO ZIO

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Dammi un bacio”, l’insistente richiesta alla piccola. Il familiare colpito si è accasciato in un lago di sangue

Milano – Una richiesta all’inizio innocua, quasi affettuosa. Poi l’insistenza che spaventa la bambina e la spinge a scappare a casa in lacrime. La reazione dello zio, che in maniera risoluta chiede all’uomo di non infastidire la nipote. E l’aggressione improvvisa con un coccio di bottiglia. In sintesi, la cronaca del raid choc andato in scena venerdì pomeriggio nel parchetto all’angolo tra via Palmieri e via Montegani, allo Stadera.

L’autore è stato arrestato dai carabinieri del Radiomobile d’intesa con il pm di turno Stefano Civardi per lesioni gravi, e ieri mattina, al termine della direttissima in Tribunale, è stato portato a San Vittore. La storia inizia poco dopo le 18 di due giorni fa. Una bimba di 9 anni sta giocando nell’area verde sotto casa. A un tratto, si avvicina un uomo, che poi si scoprirà essere un quarantacinquenne originario della Costa d’Avorio pluripregiudicato e con diversi ordini di espulsione mai eseguiti: “Dammi un bacio, dammi un bacio”, le sorride.

Gli altri frequentatori del parchetto non ci fanno caso: l’uomo ha toni gentili, non sembra avere l’aria di un molestatore. La situazione cambia rapidamente, però: l’ivoriano si fa pressante, nonostante la bambina, spaventata dallo sconosciuto, cerchi di allontanarsi. A un certo punto, la piccola fugge verso casa e racconta tutto alla mamma e allo zio.

I familiari scendono immediatamente, ed è in particolare l’uomo, di 30 anni, ad affrontare l’ivoriano: “Lascia stare la bambina”, taglia corto. Finita? No, perché l’ivoriano reagisce in maniera a dir poco inattesa: fruga in un cestino della spazzatura, tira fuori una bottiglia di birra vuota, ne spacca il collo a terra e inizia ad agitare il coccio contro le persone presenti in quel momento nel parchetto. Alcuni si allontanano terrorizzati, altri gli urlano di metterlo giù.

Il quarantacinquenne è completamente fuori di sé e punta deciso verso lo zio della bimba: lo colpisce al braccio destro, lacerandogli il bicipite e lesionando un’arteria. L’uomo si accascia, in un lago di sangue; una donna gli stringe attorno al braccio una maglietta per frenare in qualche modo l’emorragia. Qualcuno chiama il 112, e nel giro di pochi minuti arrivano i sanitari di Areu: il trentenne viene trasportato al San Paolo, dove finisce subito sotto i ferri (non prima di una trasfusione); ricoverato nel reparto di Ortopedia, se l’è cavata per fortuna, anche se la prognosi dovrebbe superare ampiamente i 30 giorni.

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